Nobile, mai algida, stimata dai colleghi;
seria, mai cupa, amata dagli allievi,
in aula dispensavi lezioni assai gentili,
a casa ci addestravi a non essere mai vili.
Fulgida nel tuo esempio di una vita retta,
da te ho imparato che l’amore non si aspetta
ricompense e sorrisi, e dona e poi perdona.
E Se il Mondo non ricorda, nel cuor tutto risuona.
Sei morta e sei vissuta con grazia ed eleganza,
curavi le tue piante nutrendo la speranza
segreta e mai riposta che anch’io sarei cresciuta
forte e sana e giusta. E invece son perduta.
Rimembro ogni tuo abbraccio, ti sento nella testa,
attendo il tuo ritorno, invano resto desta
notte dopo notte, lustro dopo lustro,
Il mio cielo interiore rimpiange in te il suo astro.
Un giorno sei riapparsa così, come dal nulla,
nel grazie a una commessa, nel sorriso su una culla,
nella carezza che accudisce, nello sguardo che consola,
Mi vedo coi tuoi occhi e il tuo vuoto più non stritola.






