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In hoc signo perdes!

Dopo la telenovela Khelif /Carini, conclusasi a tarallucci e vino con la vittoria del primo e il lauto premio di consolazione per la seconda, il weekend olimpico è culminato nel gesto della pugile bulgara Staneva, che dopo essere stata battuta dal collega taiwanese intersex ha fatto “il segno della X”, come hanno titolato i giornali. E di primo acchito ho pensato all’“in hoc signo vinces” di Costantino.

Che ironia della sorte! Nell’Impero Romano la croce era un segno d’infamia; col cattolicesimo è diventata un simbolo di resurrezione e potere (come ci ha mostrato Djokovic!) e adesso è stata di nuovo degradata a simbolo di una lotta che non dovrebbe nemmeno esistere e che diventerà sempre più radicalizzata. Infatti gli stessi che hanno creato il movimento LGBT stanno ora esasperando le divisioni e ci stanno proponendo di usare la croce – la x – come bandiera per questa nuova guerra per affermare l’ovvio, e cioè che maschi e femmine hanno strutture ossee e muscolari diverse che garantiscono diversi livelli agonistici che NON possono essere paragonati.

Ma il comitato olimpico la “pensa” diversamente, col risultato che le donne (XX) sono state eliminate dalle gare di boxe e quindi in finale si sfideranno due trans, caricature fumettistiche delle femmine che vorrebbero diventare, dotati di testicoli, ma privi delle palle necessarie per battersi contro gli altri maschi (XY come loro). Come qualcuno ha scritto sui social, questa vicenda è stata l’epilogo delle lotte femministe, che volevano l’uguaglianza e ora finalmente l’hanno ottenuta, perdendo tutto il resto.


Ma non tutto è perduto; nel Faust di Goethe Mefistofele si presenta come membro di quella forza che sempre il male vuole eppure sempre il bene crea. Similmente, queste Olimpiadi sono state una messa nera di quart'ordine, officiata da burattini che hanno scimmiottato il rituale sacro che erano i giochi panellenici, ma volendo creare il male, hanno risvegliato le coscienze di molti tra atleti e spettatori.

Per altro, ogni tragedia replicata diventa una farsa, e la tragedia era già stata celebrata nel 2012 a Londra. 12 anni dopo, credendo di aver già vinto, gli Oscuri hanno spinto la loro agenda senza ritegno, col risultato che sempre più persone stanno prendendo coscienza del fatto che la narrativa LGBT è figlia della open society di Soros, e deve crollare. E i primi segni di sgretolamento stanno arrivando.

 

A ben guardare, i rituali di rovesciamento dei valori sono sempre esistiti in ogni epoca e in tutte le civiltà: erano chiamati Carnevale, Saturnalia, All Hallows eve, festa dei folli e con molti altri nomi e sono sempre stati funzionali al potere. Tali cerimonie si basavano infatti sullo stesso principio del "panem et circenses": distrarre le masse a livello materiale per avere il loro consenso, sia sul piano concreto che a livello energetico. Sul piano psicologico e sottile tali rituali marcavano anche l'apertura e la chiusura di certi portali. E chi durate la farsemia ha tenuto occhi e orecchie bene aperti, sa che di rituali per aprire le porte degli Inferi ne sono stati fatti a iosa e en plein air negli ultimi 4 anni; pochi però si aspettavano una simile degenerazione dei giochi olimpici, per partecipare ai quali le Poleis dell'Antica Grecia dichiaravano una pace sacra e inviolabile che permetteva ad atleti e spettatori di muoversi liberamente per tutto il territorio. Noi invece, moderni e tecnologizzati, abbiamo “celebrato” il sabba olimpico senza curarci dei morti a Gaza e in Ucraina.

Come rammenta l’Ecclesiaste, "per ogni cosa c'è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo": le Olimpiadi erano il momento per celebrare bravura e ingegno, resistenza e impegno, forza controllata e resistenza, fratellanza, e lealtà. Ora sono state trasformate in una fiera pornografica d’infimo ordine e di pessimo gusto (chiedetelo ai Belgi che bevendo l’acqua della Senna si sono beccati l’Escherichia Coli)! Gli Oscuri credevano di aver vinto e hanno spinto troppo l’Agenda LGBT, che, lo precisiamo, è parte di un piano preciso e calcolato per distruggere l’essere umano, i cui step precedenti sono stati:

1. la liberalizzazione del sesso è pornografia

2. la liberalizzazione delle droghe è demonizzazione della marijuana e diffusione delle droghe sintetiche

3. la radicalizzazione delle divisioni sociali è in Italia gli Anni di Piombo

4. la legalizzazione del divorzio e dell’aborto è erosione del concetto di “famiglia”

5. la normalizzazione di qualsiasi devianza sessuale è disgregazione dell’individuo

E si potrebbe proseguire.

Per fermare questa deriva spersonalizzante i singoli membri della comunità LGBT dovrebbero capire che sono pedine nelle mani di un’organizzazione che sta sfruttando le loro energie fisiche, mentali e psichiche per creare una società totalmente scollata dalla realtà, e i giochi olimpici ce ne hanno fornito esempi a non finire.

Tutti quanti abbiamo dei giorni in cui non stiamo bene col nostro corpo, è normale in una società in cui gli ideali di perfezione, bellezza e prestanza sono irraggiungibili perché basati su modelli inesistenti in natura. Ma la soluzione non può essere peggiore del problema: né un travestimento, né tantomeno il chirurgo plastico possono risolvere il disagio che la società stessa ha creato e alimenta. E lo alimenta perché il malessere è funzionale a tenerci divisi e a farci dibattere nel mondo materiale, dimentichi che esistono altre realtà, ben più elevate.

Jung diceva che la vita è un lungo processo di individuazione grazie al quale la persona (dal latino per sonare: suonare attraverso) diventa un individuo (un essere non diviso). Persona era anche il termine con cui nel teatro latino si indicava la maschera che gli attorni indossavano sulla scena. Per diventare un individuo occorre quindi gettare le maschere, direbbe Pirandello – non travestirsi…

La base del lavoro su di sé è sempre il corpo. In alchimia il corpo corrisponde all’elemento Terra, e proprio nell’umiltà della Terra, nell’humus, ricchissimo e vilipeso, sta la vera ricchezza. Siamo noi la materia prima da porre nel crogiuolo. La croce è quindi un segno di vittoria anche alchemica. E forse è ora di rimettere al loro posto i simboli con cui finora si è giocato.

Tanto sentivo di dover dedicare alle Olimpiadi francesi, le più assurde di sempre. E dopo questo trittico polemico, posso finalmente tornare a dedicarmi a “quando dio era una donna”.

 

Restate connessi! 

Angela di carta-pesta… e di carta-moneta

Ancora un pensiero su Angela.

Nei giorni precedenti e in quello successivo all’incontro tra Angela Carini, pugile e poliziotta, e l’algerino Imane Khelif il web e il mondo reale sono stati scossi da un putiferio di critiche, insulti, accuse, voci che si ergevano a difesa di chissà quali diritti violati del pugile maschio e cori di lodi e gloria al coraggio di Angela.

Siccome però 3 anni di farsemia non si attraversano a vuoto, molti avevano capito che era tutto un trucco; everything was staged. Lo stesso Massimo Mazzucco l’aveva segnalato ieri sera qui https://luogocomune.net/news-internazionali/olimpiadi-l%E2%80%99ombra-lunga-di-soros dove spiega che la famigerata teoria gender è figlia della open society propugnata da Soros.

Anche la sottoscritta era giunta alle stesse conclusioni (qui https://stellapik.blogspot.com/2024/08/quando-luomo-picchiava-la-donna.html?fbclid=IwY2xjawEbRYFleHRuA2FlbQIxMQABHa4WVBzKEYHFszzSUI3Z91VDnvHR8rKiC5fc4HNdsCXtcMTU7DEBA8k0-A_aem_zf-iPKRzhq5ZBWWfBnUf1g&m=1) e a riprova di ciò è di oggi 3 Agosto la notizia che “La federazione internazionale voleva premiare la pugile campana che si è ritirata dopo 46" nel match contro Khelif: "Per noi ha vinto l'oro". https://www.rainews.it/tgr/campania/articoli/2024/08/angela-carini-premio-di-100000-dollari-dalliba-per-noi-ha-vinto-loro-7184a2e2-3492-4d60-a70e-d0d12ebe5dd5.html 


In pratica i 46 secondi di finzione sul ring hanno reso Angela Carini l’attrice (e la stunt woman) italiana meglio pagata di sempre!

Più che "carina" è stata "caruccia"...


Per altro, come il già citato triennio plandemico ci ha insegnato, nulla accade per caso, ogni dettaglio è studiato e in quest'ottica è significativo che la durata dell'incontro sia stata proposta di 46 secondi. 46 è infatti il numero dei cromosomi che custodiscono l'informazione genetica che determina chi siamo.

Ho precisato prima che la Carini è una poliziotta, perché alcuni ricorderanno che lo stesso mare di indignazione e pressocché la stessa “quantità di energia astrale”, se l’energia astrale è quantificabile, era stata scatenata dagli abissi dell’inconscio come un vero e proprio Kraken dalla vicenda della poliziotta Nunzia Alessandra Schillirò, la “Nandra” che nei primi mesi dell’introduzione del green pass era stata licenziata per essersi rifiutata di sottomettersi al Diktat del Governo del Conte Draghi. Ci eravamo uniti a coorte attorno alla nostra martire, per poi scoprire il suo vero volto di Medusa pochi mesi dopo.

Quella volta la doccia fredda fu come essere su quella dannata porta a galla nell’Atlantico insieme a Di Caprio… Stavolta la doccia fredda è durata un secondo; si vedeva che era finto già ieri e lo si vede oggi ancora di più alla luce del pagamento puntualmente arrivato nelle tasche della pugile. 

Per chiudere il cerchio segnaliamo che il pugile algerino dovrà affrontare nel prossimo turno l’ungherese Luca Hamori (donna, abbiamo verificato), la quale ha dichiarato: “devo combattere contro un uomo” a corredo di una più che eloquente foto pubblicata sui social. Questo è il mostro a cui allude Mazzucco al termine del suo articolo, quando scrive che “i giornalisti nostrani […] si fermano a discutere sui cromosomi degli atleti, e non si sforzano di capire invece il mostro che si agita nell’ombra”.

E concludo dedicando questo pezzo proprio a Massimo, oggi per lui è una giornata particolare. Lo considero un grande giornalista e un grande Uomo, e dietro ogni grande uomo c’è una grande Donna. E ci sarà SEMPRE

 


Quando l’uomo picchiava la donna

Il destino come scelta è un manuale di psicologia esoterica pubblicato il 1° Gennaio 1984 da Thorwald Dethlefsen, psicoterapeuta, filosofo, scrittore ed esoterista tedesco. L’autore spiega che l’uomo crede di agire, ma è agito: la maggioranza del gregge bela ipnotizzata e obbedisce al pastore, ma anche le persone non ipnotizzate obbediscono comunque a dei programmi, di cui però non sono coscienti a causa delle abitudini. Secondo Dethlefsen, tutti gli uomini “dormono” e bisogna svegliarsi prima di poter svegliare gli altri.

L’esoterismo desta coloro che non dormono più così profondamente e sono disposti ad aprire gli occhi: chi vuol seguire la via esoterica deve solo svegliarsi e imparare a guardare e a vedere. Non serve ribellarsi, infatti tutti i sistemi di saggezza insegnano che solo subordinandosi alla legge si diviene liberi.

I recenti fatti olimpici hanno dimostrato quanto facilmente siamo tutti manovrabili ad opera di chi ben conosce la nostra psicologia (e ancor di più la nostra dimensione astrale). L’incontro di ieri tra la “nostra” italiana, donna vera, e l’algerino trans (ma con tutti i gioielli di famiglia ancora nelle mutande)ci ha drenato delle nostre energie, che era esattamente ciò a cui gli Oscuri miravano. Sono astuti e hanno un’esperienza millenaria.

Lo afferma anche Louis Pauwels ne Il Mattino dei Maghi, testo edito nel 1960 e “relegato” nel genere del realismo fantastico, ma che è invece un vero e proprio saggio di esoterismo. Tra le altre cose, l’autore cita anche i Nove Ignoti, un gruppo di saggi che osserva l’umanità con sincera compassione e senza interferire troppo con le vicende terresti e che detiene nove libri che custodiscono tutta la scienza del mondo. Il primo libro è dedicato alle tecniche della propaganda e della guerra psicologica. Sono strumenti che il potere usa da sempre e stavolta è un onore vedere Berlicche all’opera sapendo che è all’opera. Da lui c'è solo da imparare.

Chapeau.

Negli ultimi giorni il nostro piano astrale è stato pesantemente turbato dalla modalità volgarmente woke con cui si sta svolgendo la 33esima edizione delle Olimpiadi moderne.

In un secondo Parigi si è trasformata da Ville Lumière in Ville Lucifer, e forse i roghi delle cattedrali francesi degli ultimi anni (Notre Dame nel 2019, Nantes nel 2020, Rouen tre settimane, per ricordare solo la tripletta più nota) erano solo i prodromi di ciò che ancora deve arrivare, considerato che nel 2028 le Olimpiadi si terranno a Los Angeles, città demoniaca per antonomasia.


L’Agenda 2030 si esplica ormai con sfacciataggine; e dopo aver dissacrato il divino con l’orrida parodia LGBTQ+ dell’ultima Cena, si accanisce anche sull’umano, costringendo gli atleti del triathlon a nuotare letteralmente nella melma. E ieri è arrivato l’immancabile attacco all’Italia, che, ormai lo sappiamo, è il terreno di prova su cui condurre tutti gli stress tests possibili e immaginabili, e gli Oscuri di immaginazione ne hanno tanta!

Sapete tutti di cosa sto parlando: ieri abbiamo assistito all’incontro/insulto tra Angela Carini e il pugile Imame Khelif che si è aggiustato il pacco sul ring. Tutta l’Italia si è indignata (a parte qualche idiota woke); tutti ci siamo stretti attorno alla “povera vittima”, alla quale però qualche saggio amico deve aver consigliato di ritirarsi PRIMA e non dopo i pugni dell’algerino. E questo per due motivi; il primo è che un maschio può superare la forza di una femmina fino al 162%; la seconda è che, se per assurdo la Carini avesse vinto, avrebbe stabilito un pericoloso precedente, sdoganando quest’ennesima follia post-modernista.


Non crediate che la Carini sia la vittima. Lo credete perché la nostra società cattolica occidentale è basata sul triangolo drammatico di Karpman, che prevede l’esistenza di una vittima angariata da un carnefice e soccorsa da un salvatore. Ma come spiega l’analista, salvare la vittima le impedisce di prendere coscienza di chi è e la mantiene in una situazione di bisogno, di cui approfittano sia il carnefice che lo stesso salvatore: il carnefice infatti continuerà a godere nell’infliggere dolore, ma anche il salvatore trarrà piacere dal pensiero di aver soccorso qualcuno. Insomma, dal triangolo drammatico si esce come dal labirinto di Dedalo: in verticale.

Ma torniamo alla Carini. Se è stata la vittima sacrificale, l’ha scelto lei; dal momento in cui ha aderito al sistema, per calcolo o per convinzione, non ha più avuto altra scelta; non si può infatti smettere di sostenere la dittatura e chi si è adeguato nel triennio farsemico ha perso ogni potere personale. La Carini deve fare ciò che le viene imposto, pena la perdita di tutto ciò che ha ottenuto finora. In fondo si trattava di prendere un pugno come ne aveva presi tanti, un po’ più forte, certo, ma tanto bastava. Insomma, si è venduta al sistema.

Per altro, occorre ripeterlo, accettando di combattere contro un trans ha posto un precedente terribile e se per assurdo avesse vinto, avrebbe sdoganato ancora più la folle narrativa woke.

I carnefici (credendo per altro di essere i salvatori) sono stati naturalmente i giudici olimpici, che l’hanno data in pasto a un pugile che ha sì i testicoli, ma non le palle per battersi contro i suoi simili (ossia altri maschi come lui con corredo cromosomico XY come lui). Secondo i giudici quindi Imame, anche in presenza di attributi maschili, è una donna. O piuttosto una femminuccia.

                                                                               * * *

Occorre chiedersi allora quand’è che abbiamo perso il contatto con la realtà. Perché invece quegli arretrati del Medioevo avevano un metodo molto semplice per stabilire il sesso delle persone. Ovviamente non lo facevano con gli atleti, ma coi papi. Ogni neoeletto pontefice infatti si sedeva su una sedia forata, detta sedia stercoraria, e il diacono più giovane presente in sala lo tastava per assicurarsi che avesse gli attributi virili. Una volta trovatili, gridava: “Virgam et testiculos habet” (Ha pene e testicoli) e tutti gli altri ecclesiastici rispondevano: “Deo gratias!” E tanto bastava per distinguere un uomo da una donna, anche con tutti i travestimeti del caso. 

Il primo a pubblicare tale leggenda fu il cronista domenicano Giovanni di Metz nel 1240, ma la storia circolava già da almeno due secoli ad opera teologo e monaco ghibellino Sigeberto di Gembloux (1030-1112), il quale diceva di averla letta nel “Viris Illustribus” di San Girolamo. La leggenda fu poi ripresa da vari autori protestanti del 1500, secondo i quali ogni nuovo papa veniva sottoposto a un accurato esame per assicurarsi che non fosse una donna travestita (o - dio non voglia! - un eunuco) e pare sia sorta in seguito a un’altra leggenda medievale, quella della papessa Giovanna, al cui riguardo suggerisco la lettura dell’opera di Pietro Ratto, Le pagine strappate.

Ma come sappiamo, miti, leggende e bugie hanno sempre un fondo di verità. E la verità è che, mentre gli eunuchi erano aborriti da Yahwé e non potevano entrare a far parte del suo collegio sacerdotale (cfr. Levitico 21, 10-24, per limitarci a un solo passo biblico), al contrario i sacerdoti della dea erano quasi tutti eunuchi ed erano sottomessi alle sacerdotesse, donne che nelle civiltà mediorientali vissute 6000 anni fa avevano ruoli sociali consultivi e decisionali.

Qualcuno saprà già di cosa sto parlando. A beneficio degli altri ripubblico 5 articoli fatti di appunti ed estratti dal testo del 1976 di Merlin Stone, Quando dio era una donna.

La Stone analizza in una nuova chiave i reperti storici, le usanze e persino il lessico di quelle civiltà tramandati fino a noi dai testi più antichi, tra cui anche la Bibbia, evidenziano come le leggi e l’uso del linguaggio dei popoli invasori attestino la presenza diffusa di una religione della dea che non puniva e non minacciava i suoi accoliti.

Forse il contatto con la realtà è andato perso allora, quando gli invasori indoeuropei calarono dal Nord devastando le fiorenti civiltà mediterranee. Quello che stiamo vivendo ora è forse l’epilogo tragico di un’opera di distruzione iniziata molti millenni or sono. E forse questa nuova prospettiva fornirà una nuova comprensione del presente.

Buona lettura

Stritolata