Che ironia della sorte! Nell’Impero Romano la croce era un segno d’infamia; col cattolicesimo è diventata un simbolo di resurrezione e potere (come ci ha mostrato Djokovic!) e adesso è stata di nuovo degradata a simbolo di una lotta che non dovrebbe nemmeno esistere e che diventerà sempre più radicalizzata. Infatti gli stessi che hanno creato il movimento LGBT stanno ora esasperando le divisioni e ci stanno proponendo di usare la croce – la x – come bandiera per questa nuova guerra per affermare l’ovvio, e cioè che maschi e femmine hanno strutture ossee e muscolari diverse che garantiscono diversi livelli agonistici che NON possono essere paragonati.
Ma il comitato olimpico la “pensa” diversamente, col risultato che le donne (XX) sono state eliminate dalle gare di boxe e quindi in finale si sfideranno due trans, caricature fumettistiche delle femmine che vorrebbero diventare, dotati di testicoli, ma privi delle palle necessarie per battersi contro gli altri maschi (XY come loro). Come qualcuno ha scritto sui social, questa vicenda è stata l’epilogo delle lotte femministe, che volevano l’uguaglianza e ora finalmente l’hanno ottenuta, perdendo tutto il resto.
Ma non tutto è perduto; nel Faust di Goethe Mefistofele si presenta come membro
di quella forza che sempre il male vuole eppure sempre il bene crea.
Similmente, queste Olimpiadi sono state una messa nera di quart'ordine,
officiata da burattini che hanno scimmiottato il rituale sacro che erano i
giochi panellenici, ma volendo creare il male, hanno risvegliato le coscienze
di molti tra atleti e spettatori.
Per
altro, ogni tragedia replicata diventa una farsa, e la tragedia era già stata celebrata
nel 2012 a Londra. 12 anni dopo, credendo di aver già vinto, gli Oscuri hanno
spinto la loro agenda senza ritegno, col risultato che sempre più persone stanno
prendendo coscienza del fatto che la narrativa LGBT è figlia della open
society di Soros, e deve crollare. E i primi segni di sgretolamento stanno
arrivando.
A ben guardare, i rituali di rovesciamento dei valori sono sempre esistiti in ogni epoca e in tutte le civiltà: erano chiamati Carnevale, Saturnalia, All Hallows eve, festa dei folli e con molti altri nomi e sono sempre stati funzionali al potere. Tali cerimonie si basavano infatti sullo stesso principio del "panem et circenses": distrarre le masse a livello materiale per avere il loro consenso, sia sul piano concreto che a livello energetico. Sul piano psicologico e sottile tali rituali marcavano anche l'apertura e la chiusura di certi portali. E chi durate la farsemia ha tenuto occhi e orecchie bene aperti, sa che di rituali per aprire le porte degli Inferi ne sono stati fatti a iosa e en plein air negli ultimi 4 anni; pochi però si aspettavano una simile degenerazione dei giochi olimpici, per partecipare ai quali le Poleis dell'Antica Grecia dichiaravano una pace sacra e inviolabile che permetteva ad atleti e spettatori di muoversi liberamente per tutto il territorio. Noi invece, moderni e tecnologizzati, abbiamo “celebrato” il sabba olimpico senza curarci dei morti a Gaza e in Ucraina.
Come rammenta l’Ecclesiaste, "per ogni cosa c'è il suo momento, il suo tempo per ogni faccenda sotto il cielo": le Olimpiadi erano il momento per celebrare bravura e ingegno, resistenza e impegno, forza controllata e resistenza, fratellanza, e lealtà. Ora sono state trasformate in una fiera pornografica d’infimo ordine e di pessimo gusto (chiedetelo ai Belgi che bevendo l’acqua della Senna si sono beccati l’Escherichia Coli)! Gli Oscuri credevano di aver vinto e hanno spinto troppo l’Agenda LGBT, che, lo precisiamo, è parte di un piano preciso e calcolato per distruggere l’essere umano, i cui step precedenti sono stati:
1. la liberalizzazione del sesso è pornografia
2. la liberalizzazione delle droghe è demonizzazione della marijuana e diffusione delle droghe sintetiche
3. la radicalizzazione delle divisioni sociali è in Italia gli Anni di Piombo
4. la legalizzazione del divorzio e dell’aborto è erosione del concetto di “famiglia”
5. la normalizzazione di qualsiasi devianza sessuale è disgregazione dell’individuo
E si potrebbe proseguire.
Per
fermare questa deriva spersonalizzante i singoli membri della comunità LGBT
dovrebbero capire che sono pedine nelle mani di un’organizzazione che sta sfruttando
le loro energie fisiche, mentali e psichiche per creare una società totalmente
scollata dalla realtà, e i giochi olimpici ce ne hanno fornito esempi a non
finire.
Tutti
quanti abbiamo dei giorni in cui non stiamo bene col nostro corpo, è normale in
una società in cui gli ideali di perfezione, bellezza e prestanza sono
irraggiungibili perché basati su modelli inesistenti in natura. Ma la soluzione
non può essere peggiore del problema: né un travestimento, né tantomeno il
chirurgo plastico possono risolvere il disagio che la società stessa ha creato
e alimenta. E lo alimenta perché il malessere è funzionale a tenerci divisi e a
farci dibattere nel mondo materiale, dimentichi che esistono altre realtà, ben
più elevate.
Jung diceva che la vita è un lungo processo di individuazione grazie al quale la persona (dal latino per sonare: suonare attraverso) diventa un individuo (un essere non diviso). Persona era anche il termine con cui nel teatro latino si indicava la maschera che gli attorni indossavano sulla scena. Per diventare un individuo occorre quindi gettare le maschere, direbbe Pirandello – non travestirsi…
La
base del lavoro su di sé è sempre il corpo. In alchimia il corpo corrisponde
all’elemento Terra, e proprio nell’umiltà della Terra, nell’humus,
ricchissimo e vilipeso, sta la vera ricchezza. Siamo noi la materia prima da
porre nel crogiuolo. La croce è quindi un segno di vittoria anche alchemica. E
forse è ora di rimettere al loro posto i simboli con cui finora si è giocato.
Tanto sentivo di dover dedicare alle Olimpiadi francesi, le più assurde di sempre. E dopo questo trittico polemico, posso finalmente tornare a dedicarmi a “quando dio era una donna”.
Restate connessi!











