Tara implorava il suo Maestro: Savio dei Savi, aiutami a eliminare i miei difetti!
Il Maestro rispose: Devi spere che esplorare il proprio gemello oscuro può essere orribile, ma quanto più si conosce la propria cattiveria, tanto più ci si può proteggere da quella altrui.
Tara confermò: Sono pronta a vedere il male all’interno di me per riconoscerlo ed estirparlo ll’esterno.
Allora il Maestro le chiese: Hai mai sentito di quell'uomo che, scoperta una pianta velenosa nel suo campo, la estirpò, ma naturalmente l'erbaccia ricrebbe più forte di prima proprio grazie alla potatura?
Il Maestro rispose: Devi spere che esplorare il proprio gemello oscuro può essere orribile, ma quanto più si conosce la propria cattiveria, tanto più ci si può proteggere da quella altrui.
Tara confermò: Sono pronta a vedere il male all’interno di me per riconoscerlo ed estirparlo ll’esterno.
Allora il Maestro le chiese: Hai mai sentito di quell'uomo che, scoperta una pianta velenosa nel suo campo, la estirpò, ma naturalmente l'erbaccia ricrebbe più forte di prima proprio grazie alla potatura?
- Certo! Che stolto quell'uomo: ignorava che la potatura irrobustisce le radici.
- Già... Si narra poi di un altro uomo, il quale, scoprendo la pianta velenosa nel suo orto, la sradicò e la gettò nel giardino del vicino, non curandosi del danno che la pianta avrebbe causato lì. Da là essa crebbe e ritornò a invadere il suo orto.
- Non si dovrebbe agire contro gli altri, preché ogni azione crea una reazione... É il karma!
- Già... Un terzo uomo, un medico, sapeva come estrarre dalla pianta un rimedio curativo. E un quarto uomo, vedendo la pianta tossica, si rallegrò perché sapeva che quella pianta è il cibo sacro del pavone divino.
- Già, annuì Tara.
- Questo è il metodo per eliminare i tuoi difetti.
Affinché abbia luogo la chiarificazione spirituale, spiegano i saggi buddisti, dobbiamo riconoscere e assimilare i nostri veleni interiori e i difetti, applicando alla loro osservazione una prospettiva illuminata che ne riconosca la preziosità. Nel buddhismo il pavone è il simbolo dell’illuminazione per via degli occhi sulla sua coda: gli occhi della visione. Similmente, Marie Louise von Franz, ottima allieva di Jung, nello splendido saggio Il femminile nella fiaba, ha spiegato che:
"discendere nella propria Ombra all’inizio è molto sgradevole e i risultati non sono affatto divertenti, ma questa discesa ha un gran vantaggio: il male all’interno di noi riconosce il male all’esterno.
Chi rimane ingenuo circa le proprie cattive intenzioni, rimane vittima delle cattiverie altrui. Le persone che si lasciano maltrattare dagli altri sono o molto giovani o troppo candide; ma soprattutto sono indirettamente responsabili di ciò che accade loro, non hanno sufficiente coscienza del male che hanno in sé. Se l’avessero, acquisirebbero una sorta di percezione intuitiva del male negli altri e non presterebbero il fianco.
Trasportato dal corso naturale, il male finisce sempre per distruggere se stesso. Chi penetra nelle tenebre distruttive della propria natura e del desiderio di morte, provoca di norma la reazione contraria ed è ripreso dall’istinto positivo".
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